Caffè Arabica e Robusta: lo scontro di due correnti di pensiero
Caffè Arabica o Robusta? Un diverbio senza tempo che appassiona tantissimi amanti del caffè, adulatori della ricchezza aromatica e difensori della corposità di gusto.
La preferenza per l’Arabica sembra comunque regnare sovrana: il senso comune attribuisce al chicco più lungo e delicato, qualità organiche e organolettiche superiori.
Eppure, tra le oltre 100 specie di pianta della Coffea esistenti, solo 4 vengono coltivate e di queste solamente le 2 più note raggiungono lo scaffale.
Questo significa che nonostante l’apparente superiorità dell’Arabica esiste ancora una ricca fetta di amanti del nero che predilige il sapore “cioccolatoso” e “caffeinoso” della Robusta.
Soprattutto il Sud Europa vede alte concentrazioni di Robusta nelle miscele, dove, un po’ per testardaggine, un po’ per tradizione, si è molto affezionati alla consistenza cremosa del chicco tondo e piccolo.
Il caffè, in fondo, è una questione di gusto, è un piacere un po’ fine a sé stesso. Il piacere, si sa, è un qualcosa di personale e non segue regole né sente ragioni.
Per questo motivo, lo scontro delle due diverse correnti di pensiero sembra destinato a continuare per sempre, senza che possa mai emergere un vincitore indiscusso.
Nei prossimi paragrafi scopriremo quali sono le caratteristiche fisiche e aromatiche che contraddistinguono le due varietà di chicchi assieme ad altre curiosità dal mondo del caffè che spesso sono sconosciute anche ai più profondi amanti della bevanda scura per eccellenza.
Le origini dell’Arabica e della Robusta
L’origine del caffè si perde nel tempo e nella leggenda. Ci sono talmente tante storie attorno alla scoperta e all’origine del caffè che si perderebbe un giorno ad ascoltarle tutte.
Quello che è importante è che tutti, a loro modo, reclamano l’invenzione della bevanda. I musulmani narrano addirittura che il caffè sia stato donato a Maometto da Allah stesso, tramite il suo messaggero l’Arcangelo Gabriele, per tenerlo in forze in un momento di difficoltà.
In ogni caso, ciò che si sa quasi per certo è che probabilmente la qualità di Arabica nasce in Etiopia e che si diffonde in Europa solo dopo molto tempo.
Siamo nel 1600 quando iniziano ad arrivare solide testimonianze di questa bevanda proveniente dall’Oriente, da qui la diffusione diviene esponenziale.
La Coffea Canephora, meglio conosciuta come Robusta, compare invece più tardi. Meno pregiata, ma estremamente resistente, originaria probabilmente dal Congo e divenuta particolarmente apprezzata proprio per via della sua versatilità, del suo costo contenuto e della sua ricchezza energetica.
Arabica vs Robusta: questione di altezza
Spesso miscelate assieme, per dare al caffè più aroma, gusto ed equilibrio, in un rapporto che cambia a seconda del tipo di miscela che si vuole creare, Arabica e Robusta posseggono diverse differenze fisiche che le differenziano di base per tecniche, luoghi e climi di coltivazione.
Entrambe le varietà amano un clima caldo-umido, con abbondanti precipitazioni.
Per questo motivo, le regioni tropicali sono tra le migliori per la loro coltivazione ed è qui che infatti si concentrano la maggior parte delle piantagioni.
Gli arbusti di Arabica crescono meglio ad alta quota, tra i 1000 e i 2000 metri. Idealmente i chicchi prediligono un terreno ricco di minerali, precipitazioni costanti ma non troppo abbondanti e temperature miti, intorno ai 20 gradi.
Le piante di Robusta sono coltivate invece a bassa quota e sono, in generale, più resistenti alle alte temperature e alla siccità.
I chicchi prodotti da entrambe le piante hanno un aspetto molto differente, riconoscibile a colpo d’occhio: l’Arabica, infatti presenta un chicco oblungo, ovale, arricchito dalla classica venatura a forma di “S” con cui spesso è rappresentato il caffè. La Robusta invece ha un chicco dalla forma tonda, con una vena dritta al centro e sfumature cromatiche più chiare.
Ad oggi, le quantità di chicchi coltivate per la maggiore sono senza dubbio quelle dell’Arabica, le cui coltivazioni coprono circa il 70% della produzione mondiale. Il restante 30% invece è costituito dalla Robusta, generalmente utilizzata appunto in miscele che prediligono l’Arabica come parte predominante.
Differenze al palato
Dolce o amaro, corposo ed acido: Robusta vs Arabica. Le due qualità sono note soprattutto per la diversità del gusto che offrono e per la diversissima esperienza sensoriale che propongono.
La maggior parte delle miscele in commercio offre un equilibrio di entrambe le tipologie di fagiolo, proprio per ovviare al sapore così marcato e caratteristico delle singole qualità.
Mentre trovare una miscela 100% Robusta non è semplice, al contrario non è affatto difficile trovare delle miscele interamente composte da 100% Arabica, che tra l’altro hanno un notevole seguito.
Naturalmente dolci, ricche di aromi differenti e freschi (agrumati, floreali, fruttati) le varietà di Arabica più pure hanno uno spettro di sapori unico, che coglie di sorpresa, distinguendosi nettamente dalle miscele più comuni e conservando un maggiore sentore di acidità positiva che si perderebbe invece nel sapore più rotondo della Robusta.
Detto ciò, Arabica non è automaticamente sinonimo di qualità eccellente. Come molti prodotti, tutto dipende dalle tecniche di coltivazione, dai terreni, dalla conservazione, dalla lavorazione. Si possono trovare sul mercato anche miscele di Arabica di scarsa qualità, per questo è sempre bene informarsi sul tipo di prodotto che si va ad acquistare.
Per questa ragione esistono varietà di Arabica famose e rinomate (il famoso Jamaica Blue Mountain, ad esempio) e qualità decisamente meno pregiate, che meritano meno considerazione rispetto ad altre tipologie di chicchi.
Alcuni tipi di Robusta invece, contrariamente a quello che si pensa, possono essere di qualità estremamente elevata, perché si sa: ogni regola ha le sue eccezioni! Esistono infatti tipi di Robusta superiore, che si mettono in competizione in termini di qualità con l’Arabica ed invalidano la regola per cui l’Arabica domina il mercato del sapore.
La Robusta, in confronto all’Arabica, ha un corpo più sostanzioso e consistente al palato, che tende verso sapori più cremosi, con sentori di frutta secca. Essendo anche meno dolce, regala note di amarezza e astringenza alla miscela di caffè in cui viene impiegata.
L’ultima differenza, meno sensibile al gusto e all’olfatto ma decisamente degna di nota, sta nel contenuto di caffeina: l’Arabica presenta una percentuale di questo stimolante naturale abbastanza ridotta, che oscilla tra lo 0,7% e l’1,5%. La Robusta supera abbondantemente 2 o 3 volte la quantità di caffeina medie contenuta nell’Arabica, con una percentuale che trova spazio tra l’1,5% e il 3%.
Caffè Arabica e Robusta: qual è il migliore?
Per concludere, non si può stabilire una qualità migliore in assoluto. Come tutto ciò che ha a che fare con il gusto, la cosa migliore è senza ombra di dubbio quello che piace di più a te, in base a quello che si sta cercando e a quello di cui si ha bisogno.
Il caffè è un’esperienza personale, frutto di abitudini, luoghi e stili di vita.
Nonostante questo, esistono certe qualità di caffè che sono indubbiamente riconosciute come superiori, per via delle loro proprietà uniche, particolari e ricercate.
Perché allora non metter alla prova il proprio palato andando a scegliere una qualità di caffè che esalti diverse percentuali di Arabica e di Robusta?
Non c’è nulla di meglio che rinnovare di tanto in tanto le proprie abitudini, solo per scoprire di avere preferenze diverse da quelle che si credeva di avere.
Al caffè, in fondo, ci si abitua in fretta: meglio un risveglio dolce, a base di Arabica delicata e profumata oppure meglio il sapore forte della Robusta tanto apprezzata dalla tradizione napoletana?
Caffè sofisticato oppure forte? Arabica o Robusta? Questione di gusti, da scegliere e provare.